13/01/2005
Interview on Italia calcio a 5

Alessandro Nuccorini
Yesterday was published an exclusive interview with Alessandro Nuccorini on the Italian portal Italia Calcio a 5. The Italian National team coach talked about the next experience in Ostrava and answered to the declaration given by Schumacher to the Spanish magazine AS.

by Mimmo Lacquaniti
(Italian text only)

ESCLUSIVO: UN MESE DOPO TAIPEI – Nuccorini “Il secondo posto resta un risultato straordinario ma sul piano puramente sportivo non riesco ancora a darmi pace”

Lunga intervista al c.t. azzurro: la finale persa con la Spagna, i protagonisti, le tappe verso l’Europeo di Ostrava, il campionato – Dura replica alle dichiarazioni di Schumacher

Roma – All’indomani dello storico secondo posto al Mondiale di Taipei – scaturito comunque dalla sconfitta di misura ad opera della Spagna – il c.t. azzurro Alessandro Nuccorini ha scelto di “staccare la spina” per un po’, di chiamarsi fuori da interventi e discussioni e di ragionare, casomai, privatamente su qualità e limiti della spedizione italiana alla manifestazione iridata.
Oggi Nuccorini rompe il silenzio e in questa intervista esclusiva concessa a italiacalcioa5 torna a parlare a mente fredda del Mondiale asiatico, delle scelte operate, dei protagonisti veri o presunti del torneo iridato, del campionato italiano e dell’imminente difesa del titolo europeo nella Repubblica Ceca.
Ma coglie anche l’opportunità per replicare con fermezza alle violente affermazioni attribuite al giocatore brasiliano Schumacher e pubblicate dal quotidiano telematico spagnolo as.com. Ed è davvero una replica senza mezzi termini.

Ad un mese dalla finale persa con la Spagna, qual è il sentimento dominante, la sensazione che ti è rimasta dentro? Vale a dire, prevale il rammarico o comunque la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo davvero storico?

Onestamente è un sentimento indefinibile, due sensazioni contrastanti fra loro continuano ad alternarsi senza prendere il sopravvento l’una sull’altra. Quando penso al movimento in senso lato esiste una gioia senza limiti perché lo storico risultato ha contribuito ad uno straordinario passo in avanti in tema di visibilità e di credibilità, ma sul piano puramente sportivo non riesco ancora a darmi pace.

Rivedendo come un film il mese della preparazione e i venti giorni di Taipei, c'è qualcosa che ti penti di aver fatto o scelto e che non rifaresti o perlomeno non allo stesso modo?

Partendo dal presupposto che in qualsiasi manifestazione anche la squadra vincente commette più di un errore, è logico sostenere che la seconda classificata, in linea di principio, potrebbe averne commesso qualcuno in più. Ma in realtà la gestione di tali situazioni nasconde una serie di insidie veramente incalcolabile e, dunque, esprime complessità notevolissime per ogni singolo individuo partecipante. Ecco perché non è possibile ipotizzare la perfezione assoluta ed anzi è lecito ritenere che scelte differenti, magari a posteriori anche apparentemente più logiche, avrebbero invece potuto portare a risultati di minor prestigio.

Faccio appello alla tua schiettezza, anche brutale: il secondo posto dell'Italia equivale ad un riconoscimento di inserimento stabile al vertice mondiale o è frutto anche di circostanze irripetibili?

Ritengo che l’unica risposta significativa possa esclusivamente provenire dal campo di gioco. Ovviamente è più difficile assestarsi al vertice piuttosto che raggiungere sporadicamente traguardi importanti (basti pensare alla Grecia), anche perché ogni manifestazione a così rapido svolgimento è certamente frutto di circostanze irripetibili.

Rileggendo la finale dopo più di un mese, quale o quali fattori l'hanno decisa, secondo te? Ed inoltre, è più corretto dire che la Spagna è più forte oppure che è stata più forte quel 5 dicembre, in quella finale?

Il mio pensiero è rimasto tale e quale a quello da me esplicitato prima dell’inizio del Mondiale e cioè che Brasile e Spagna sono ancora superiori alle altre nazionali. Per giunta la Spagna ha giocato una finale fantastica sotto tutti i punti di vista e bisogna farle i più sentiti complimenti per essersi espressa ad uno straordinario livello in quella gara specifica. Il vero rammarico è che nell’arco dell’intera manifestazione l’Italia ha saputo superare difficoltà ben più consistenti e offrire uno spettacolo di eccezionale qualità. Tanto da far pensare, in seguito ad un’analisi complessiva e non finalizzata esclusivamente all’ultimo incontro, che fossimo la squadra più meritevole di conquistare il titolo. Ma sono discorsi che contano poco e lasciano un sapore non troppo gradevole, dunque onore al merito degli iberici.

Alcuni giocatori di livello mondiale, tra cui il nostro Foglia, erano attesi come i grandi protagonisti di Taipei 2004: per molti non è stato così. Chi sono stati, invece, i nomi di spicco o le novità della manifestazione?

Non è facile lasciare un’impronta significativa a titolo individuale in manifestazioni così importanti. Spesso i giocatori più attesi diventano quelli su cui si concentrano le maggiori attenzioni degli avversari e finiscono, anche per questa ragione, per risultare meno brillanti di quanto fosse lecito aspettarsi. Sarebbe ingiusto, però, sostenere ad esempio che Foglia abbia deluso. Personalmente, al contrario, ritengo che Adriano pur non in condizioni ottimali abbia giocato un buon Mondiale e, soprattutto, che nelle ultime due gare sia stato assolutamente all’altezza della sua fama. Tutta la gestione del suo utilizzo durante il primo ed il secondo girone era stata orientata in tal senso ed io sono assolutamente soddisfatto del suo rendimento finale. Nomi a caso, invece, non mi va di farne perché finirei con il penalizzare qualcuno, ma per rendere onore alla Spagna è giusto sottolineare che Luis Amado (insuperabile), Javi Rodriguez (semplicemente fantastico) e Marcelo (decisivo) si
sono rivelati davvero dei campionissimi.

Veniamo all'Europeo: puoi già annunciare il calendario di massima della marcia di avvicinamento azzurra a Ostrava? Ci sarà qualche gara amichevole?

Nessuna amichevole internazionale. Un primo raduno con tre sedute di allenamento verrà sostenuto a Civitavecchia a partire dal 24 gennaio, anche se tale stage non prevede la partecipazione dei giocatori impiegati durante il Campionato del Mondo. Poi dal 31 gennaio primo vero concentramento con il gruppo che si preparerà per la manifestazione europea. Dal 7 febbraio, invece, i 15 selezionati si alleneranno a Busto Arsizio fino a giovedì 10, giorno della partenza per Ostrava.

Un vecchio detto recita: squadra che vince non si cambia e per l'Italia, in buona parte, è stata quasi una vittoria. Puoi già dirci se si cambia? C'è già qualche certezza su chi non ci sarà o qualche anticipazione su nomi nuovi?

Le prestazioni dei singoli e del collettivo suggeriscono effettivamente pochi cambiamenti. Inoltre il pochissimo tempo a disposizione per prepararsi consiglia ulteriormente di affidarsi ad un gruppo consolidato, però i problemi non mancano: Angelini è tuttora infortunato, Vicentini deve scontare ancora due giornate di squalifica ed è anch’esso sofferente al suo solito ginocchio, Morgado stesso non è a posto con un ginocchio, così come Pellegrini si trascina un problema agli adduttori da qualche mese ed anche qualcun altro che poteva rientrare nel giro sembra essere fuori gioco per ragioni fisiche. Qualche ritocco, però, probabilmente ci sarebbe stato a prescindere da tutto questo. In ogni caso preferirei aspettare ancora un po’ prima di sbilanciarmi.

Che partita sarà Italia-Spagna nel girone preliminare? Comunque una rivincita?

Una partita normalissima, sulla carta, per giunta decisamente meno importante di Italia-Portogallo. Quella sì, invece, sarà davvero una finale anticipata ed una gara difficilissima sotto tutti i punti di vista. Secondo me, infatti, il Portogallo e l’Ucraina meritavano quantomeno le semifinali al pari di Italia e Argentina. Meglio sottolineare che non si tratta di un complimento di circostanza, ma semplicemente di una valutazione oggettiva. Non esistono differenze di valori fra queste quattro squadre, i risultati sono determinati solo ed esclusivamente da circostanze casuali e contingenti.

Esiste, a questo punto, un dualismo Nuccorini-Lozano o va considerato soltanto una forzatura giornalistica?

Non ho mai vissuto la mia attività come un discorso individuale, le uniche cose che tengo in considerazione sono i risultati della squadra e la qualità del gioco che riesce ad esprimere. Dei paragoni con gli altri tecnici e degli astratti, quanto inutili, confronti indiretti non mi interessa assolutamente nulla. Con questo, però, non voglio disconoscere che Lozano anche in questa occasione ha confermato di essere un grande allenatore.

Chiudiamo brevemente sul girone di andata del campionato di serie A1: tutto come prevedibile? Ci sono state sorprese, per te? Parlare di corsa a tre per lo scudetto - Arzignano, Roma e Luparense – è un'eresia?

No, non è un’eresia, sembrano davvero le tre squadre più attrezzate per poter vincere, ma anche altre (Perugia, Prato, Montesilvano e Nepi) possono inserirsi nella lotta al titolo. Le sorprese possono essere considerate lo straordinario girone di andata delle rivoluzionate Prato e Chieti. Complimenti davvero ai tecnici, alle società e ai giocatori.

“E' una vera vergogna che l'Italia sia andata ai Mondiali con dodici italo-brasiliani! Immagino che i giocatori italiani siano molto tristi per questo!” La frase è di Schumacher, il brasiliano che gioca nel Boomerang Interviù. Qual è il tuo commento? Ti sembra un'affermazione libera da pregiudizi o risentimenti per il fallimento del Brasile ai Mondiali?

Spesso e volentieri con l’obiettivo di sorvolare sui propri fallimenti sportivi si cerca di puntare l’indice su problematiche di altra natura, per spostare il centro del problema. Personalmente faccio fatica a pensare che quelle riportate siano effettivamente le parole di un campione come Schumacher, ma in assenza di opportune smentite si può anche ipotizzare che abbia realmente voluto sostenere questo. Certo il calcio è bello perché imprevedibile, ma sarebbe divertente farsi spiegare da Schumacher quali siano le ragioni che spingono una squadra di 14 “galacticos” (come l’ultimo Brasile) alle spalle di una realtà vergognosa come l’Italia, con tecnici mediocri ed una serie di giocatori evidentemente da qualcuno non considerati all’altezza del suo valore. Per quanto riguarda la patetica affermazione riguardante le presunte promesse formalizzate agli atleti, la ritengo davvero un’inaccettabile offesa non certo nei riguardi del sottoscritto, bensì nei confronti dei 15 fantastici italiani che hanno partecipato alla competizione (e di tutti coloro che ci sono andati vicinissimi) e del loro straordinario impegno manifestato in ogni minuto di ogni allenamento e in ogni istante di ogni gara. E se posso anche accettare affermazioni poco simpatiche nei miei confronti (le chiacchiere di chi non ho mai avuto il piacere di allenare non mi sfiorano minimamente), non posso davvero consentire che vengano intaccate la professionalità e soprattutto l’onorabilità di quei meravigliosi 15. Qualunque cosa accada in futuro non finirò mai di ringraziarli per avermi permesso di dividere con loro le straordinarie emozioni provate a Taipei e pregherei chiunque di parlare d’altro piuttosto che permettersi di infangare il loro valore umano e sportivo. Quelle deliranti affermazioni tese a sottolineare il suo “non veder l’ora di tornare in Spagna” nel bel mezzo della competizione, poi, credo mettano di cattivo umore ogni benpensante ed ogni amante dello sport in genere. Sarebbe affascinante chiedere cosa ne pensino compagni e dirigenti e sarebbe altrettanto simpatico domandare loro come si pongono dinanzi alle rivelazioni di smisurato amore manifestato nei riguardi degli “invidiati” iberici e di aspra critica nei confronti dei “disorganizzati” compatrioti, provenienti proprio dal realizzatore della “sfortunata” autorete che ha consentito alla Spagna di segnare il 2 a 2 a quattro minuti dal termine, prima di vincere ai calci di rigore. Se non ricordo male, poi, anche quattro anni fa in Guatemala fu proprio un suo fallo inutile nei minuti conclusivi della finale a determinare la punizione con la quale la Spagna riuscì a realizzare il goal decisivo, laureandosi Campione del Mondo. Misteri del calcio. Io comunque sono abituato a preferire tecnici e giocatori mediocri, ma uomini veri, piuttosto che il contrario …



 


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